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A che età è “troppo presto” concentrarsi nella pratica di un solo sport?

Negli ultimi 15 anni, si è verificato un aumento del numero dei giovani coinvolti nella pratica di sport a livello agonistico, con un conseguente aumento dell’allenamento in un singolo sport specifico. Molti fattori possono contribuire al desiderio di genitori e allenatori di incoraggiare il giovane atleta a specializzarsi su una singola pratica sportiva come ad esempio la possibilità di acquisire un vantaggio a livello agonistico, la possibilità di ottenere borse di studio, la possibilità di raggiungere il professionismo e la possibilità di etichettare un giovane sportivo come un atleta di elite già ad una giovane età.

E’ stato dimostrato che specializzarsi presto nell’apprendimento di uno strumento musicale porta ad una maggiore padronanza dello stesso con migliori prestazioni. Con l’eccezione di pochi geni musicali, la gran parte dei musicisti di successo ha iniziato presto a specializzarsi su un singolo strumento. Lo stesso non è stato dimostrato nell’ambito dello sport. Sembrerebbe intuitivo che lo sviluppo in tenera età di capacità tecniche specifiche potrebbe essere utile in certi sport di abilità come ad esempio golf, tennis e ginnastica (nei quali la forza e le dimensioni fisiche non sono così importanti), tuttavia questo non è mai stato dimostrato. Alcuni studi al contrario hanno dimostrato che una specializzazione in un singolo sport dopo i 12 anni di età può risultare in migliori capacità atletiche rispetto ad una specializzazione precoce; per il giovane sportivo fino agli 11 anni sembrerebbe infatti più utile la pratica di differenti discipline sportive per sviluppare delle capacità atletiche di base che un singolo sport raramente può allenare.

Inoltre il giovane atleta che precocemente si concentra su un singolo sport corre un maggior rischio di incorrere in infortuni da sovraccarico in quanto è ancora immaturo dal punto di vista fisiologico e muscoloscheletrico.

Gli infortuni da sovraccarico più frequenti in questi casi sono le fratture da stress, le lesioni legamentose, in particolare del legamento collaterale ulnare del gomito, la spondilolisi, l’impingement femoroacetabolare e tendinopatie del sovraspinato.

Anche dal punto di vista psicologico il rischio di “burnout” è maggiore negli atleti che si sono dedicati sin da piccoli alla pratica di un unico sport.

In definitiva quindi esistono dei dati che suggeriscono che la pratica precoce a livello agonistico di un singolo sport non porta ad un vantaggio a livello competitivo ma anzi espone il giovane atleta ad un maggior rischio di infortuni e difficoltà psicologiche, con conseguente astensione dalla pratica sportiva e calo delle prestazioni.

Iniziare un’attività sportiva presto porta sicuramente dei vantaggi per lo sviluppo di capacità specifiche, tuttavia sotto i 12 anni di età sembrerebbe meglio associare sempre attività diverse per far si che il bambino sviluppi capacità atletiche differenti, non sia  a maggior rischio di infortunio, non si stufi di dover fare sempre gli stessi allenamenti e soprattutto continui a divertirsi nella pratica sportiva, che a mio personale modo di vedere è una condizione necessaria alla salute ed al raggiungimento del successo a livello sociale, sportivo e lavorativo.

E tuo figlio che sport fa?

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