Protesi: chirurgia sostitutiva
La protesi di spalla può essere utile in caso di stadi terminali di molte patologie della spalla ed ha lo scopo di eliminare o ridurre il dolore e migliorare la mobilità.
Una protesi consiste nella sostituzione delle parti rovinate della spalla con dei materiali artificiali affidabili che permettono lo scivolamento delle superfici di contatto. Può essere utilizzata in caso di:
- Artropatia degenerativa da rottura della cuffia dei rotatori
- Arto pseudoparalitico
- Artrosi
- Artrosi post-traumatica
- Necrosi avascolare della testa dell’omero
- Artrite reumatoide
- Spalla instabile con grave deficit osseo
- Fallimento di altri interventi o altre terapie
In caso di grave danno e degenerazione cartilaginea diffusa le superfici articolari della spalla, che sono normalmente lisce, non possono scivolare l’una sull’altra e questo causa dolore e rigidità con riduzione della forza e delle normali ampiezze articolari.
Nei casi in cui l’anatomia non è troppo alterata e i tendini della cuffia dei rotatori sono integri è possibile utilizzare delle protesi che riproducono la normale anatomia ella spalla, sono chiamate infatti “protesi anatomiche”. Queste sostituiscono la parte sferica ella testa dell’omero con una sfera metallica e la parte piatta della scapola (glenoide o glena) con una superficie di scivolamento fatta di una plastica molto speciale, il polietilene.
Nel caso invece in cui l’anatomia è molto alterata o nel caso artrosi e lesione della cuffia dei rotatori o di rottura irreparabile della cuffia dei rotatori con arto pseudoparalitico, l’impianto di una protesi anatomica può causare dolore e movimento limitato: sarà invece necessario impiantare una protesi particolare, che inverte la normale anatomia della spalla mettendo la parte sferica di metallo sulla scapola e la parte piatta sull’omero, viene detta infatti “protesi inversa”. Questo tipo di protesi per funzionare non ha bisogno della cuffia dei rotatori ma utilizza soprattutto il muscolo deltoide.
Per entrambi i tipi di protesi l’intervento dura circa 1 ora o poco più e viene eseguito in anestesia generale con blocco interscalenico. Il ricovero dura solitamente intorno ai 4 giorni.
Nelle prime 4 settimane il braccio sarà tutelato in un tutore e saranno permessi solo alcuni movimenti finalizzati ad evitare rigidità articolari post-operatorie. In questo periodo bisognerà rinnovare la medicazione a giorni alterni o anche più frequentemente se dovesse sporcarsi. I punti di sutura ve li rimuoverò a circa 14 giorni dall’operazione in occasione del primo controllo.
Una volta rimosso il tutore si inizierà la fisioterapia che mira inizialmente a recuperare l’ampiezza articolare; solo dopo il terzo mese si inizierà il rinforzo muscolare.
L’idrokinesiterapia (fisioterapia in acqua calda) è molto utile e se possibile si consiglia sempre di effettuarla.
Il paziente è normalmente di nuovo autosufficiente a circa 2 mesi dall’intervento, guida la macchina dopo 2-4 mesi, e raggiunge una buona soddisfazione post operatoria intorno a 6 mesi, i risultati clinici continueranno comunque a migliorare fino a 1 anno dall’intervento.
Possibili complicanze comuni a tutti gli interventi chirurgici sono emorragie ed infezioni. Complicanze specifiche sono invece usura, mobilizzazione o lussazione delle componenti protesiche per cui potrebbe essere necessario un nuovo intervento chirurgico (revisione).