Patologia del bicipite

Patologia del bicipite

Molto spesso il capo lungo del bicipite omerale (CLBO) è interessato nella patologia della spalla. La tendinite è l’affezione più frequente, consiste in un’infiammazione del tendine, che può essere acuta o cronica. Il sintomo principale è il dolore alla spalla e lungo la faccia anteriore o laterale del braccio a volte fino al gomito, che peggiora con il movimento e l’attività.
L’instabilità del tendine consiste invece nella fuoriuscita (parziale o totale) dal suo normale alloggiamento che viene chiamato solco bicipitale. Spesso un’instabilità del capo lungo del bicipite è legata ad una anomalia del solco bicipitale o ad una rottura di uno dei tendini della cuffia dei rotatori (il tendine sottoscapolare).
La SLAP lesion è invece una lesione della zona di inserzione del tendine sulla porzione superiore del cercine glenoideo. Nel paziente giovane questo può essere legato ad un certo grado di instabilità gleno-omerale e legato ad episodi di caduta o sovraccarico cronico (lanci ripetuti). Invece nel paziente di età media o avanzata è più spesso dovuto ad infiammazione e degenerazione.
Il capo lungo del bicipite può anche rompersi in seguito ad un trauma o a degenerazione delle sue fibre. Solitamente la rottura è accompagnata da un dolore acuto che però regredisce nel giro di 10-20 giorni, si potrà però notare una tumefazione sulla faccia anteriore del braccio che aumenta durante la flessione del gomito.

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Diagnosi

La diagnosi si basa sulla raccolta dei sintomi, della storia clinica e sulla visita specialistica. Esistono delle manovre specifiche per differenziare le patologie bicipitali da altre possibili cause di dolore. Gli esami più utili nel sospetto di tendinite, instabilità (lussazione) o rottura sono l’ecografia dinamica, se eseguita da un operatore esperto, e la risonanza magnetica. Nel caso di SLAP è invece più utile una risonanza con iniezione di mezzo di contrasto intrarticolare (artroRM).

Trattamento

Nella patologia del bicipite isolata il trattamento è solitamente non chirurgico e si basa sul riposo, sui farmaci antiinfiammatori ed eventualmente infiltrazioni intra-articolari. Questo è vero soprattutto in caso di tendinite e rottura spontanea o traumatica del tendine. Per quanto riguarda l’instabilità e le lesioni tipo SLAP può essere invece necessario ricorrere ad un intervento chirurgico in artroscopia. In caso di instabilità il bicipite può essere trattato sia con fissazione (tenodesi) sia con resezione (tenotomia). In caso di SLAP invece a volte nei pazienti giovani ed attivi può essere consigliabile una riparazione mediante una piccola ancoretta in artroscopia. Nei pazienti maggiori di 30-35 anni c’è però un maggior rischio di rigidità postoperatoria, per cui è meglio optare per la tenotomia o tenodesi.
Quando invece la lesione del bicipite è associata ad un’altra patologia, come ad esempio una rottura della cuffia dei rotatori, si consiglia più facilmente un intervento chirurgico per risolvere entrambe le patologie. Attualmente si preferisce l’intervento in artroscopia che permette di ridurre dolore, sanguinamento, gonfiore post-operatorio e velocizzare il recupero, minimizzando le incisioni cutanee ed evitando la dissezione dei tessuti molli. Durante l’artroscopia, il chirurgo guardando attraverso una piccola telecamera rimuove le calcificazioni utilizzando strumenti chirurgici inseribili attraverso piccole incisioni (tagli) di circa 1 cm.

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L’Anestesia

Prima dell’intervento, in base alle condizioni generali ed alle caratteristiche del paziente, si concorderà l’anestesia in presenza dell’anestesista.
Quando possibile, questi interventi vengono eseguiti con una anestesia loco-regionale (blocco interscalenico del plesso ascellare) per evitare il dolore nelle prime ore dopo l’intervento in aggiunta ad una anestesia generale per evitare il dolore durante l’operazione.

La riabilitazione

Nel caso in cui l’operazione chirurgica al bicipite sia associata alla riparazione della cuffia dei rotatori la riabilitazione da seguire è quella per quest’ultimo intervento. Nel raro caso di tenodesi isolata o riparazione della lesione Slap, la riabilitazione ha un ruolo fondamentale nella guarigione e nel consentirvi di tornare alle vostre attività quotidiane.
Nel post operatorio sono previste visite mediche specialistiche di controllo per assicurarsi che il decorso sia regolare e per autorizzare la fase successiva di riabilitazione.
I punti di sutura andranno rimossi (se non riassorbibili) a circa 10 giorni dall’operazione.
Per evitare movimenti pericolosi della spalla il braccio dovrà essere posizionato per le prime 3-4 settimane in un tutore particolare (a 15° di abduzione). Durante questo periodo sono permessi solo movimenti specifici per evitare le rigidità articolari che saranno illustrati al momento della dimissione. Dopo di che inizierà un programma riabilitativo vero e proprio finalizzato al recupero dell’articolarità passiva e, solo successivamente, anche attiva. Il recupero della forza inizierà solo dopo circa 3 mesi dall’operazione.
Un recupero completo richiederà diversi mesi. Molti pazienti sono in grado di tornare alla propria attività sportiva a 5-6 mesi dall’intervento chirurgico. Anche se si tratta di un processo lento, il vostro impegno per la riabilitazione è la chiave per un esito positivo.