Lesione della cuffia dei rotatori

Lesione della cuffia dei rotatori

La cuffia dei rotatori è un grosso tendine della spalla composto dall’unione dell’estremità tendinea di quattro muscoli (sovraspinoso, sottospinoso, sottoscapolare e piccolo rotondo) che provengono dall’osso della scapola, e insieme formano una “cuffia” che copre la testa dell’omero. La cuffia dei rotatori è fondamentale nel sollevare e ruotare il braccio ed a stabilizzare la spalla.

Una lesione della cuffia può essere causata sia da un trauma, come una caduta, sia dall’usura cronica del tendine dovuta a movimenti ripetitivi. Il conflitto (impingement) della parte anteriore della scapola, l’acromion, sul tendine può essere un’altra causa di rottura.

Il sintomo principale è il dolore, che si irradia lungo il lato del braccio o lungo il bicipite. Può essere presente durante sforzi intensi o con attività semplici come il sollevare la spalla o cercare di raggiungere oggetti in alto. Tipico è anche il dolore notturno che compare durante il sonno. Alcune volte però la sintomatologia è meno caratteristica e si può solo notare debolezza del braccio e difficoltà con le attività di tutti i giorni, come pettinarsi i capelli o raggiungere la schiena per allacciarsi ad esempio il reggiseno.

Anche se il dolore non è molto intenso è possibile che la lesione peggiori nel tempo e diventi più grande sia a causa di movimenti ripetitivi che a causa di un nuovo infortunio.

Normalmente inizialmente il dolore è facilmente controllabile utilizzando farmaci antiinfiammatori o antidolorifici comuni prescritti dal medico di base, nel tempo però, il dolore può diventare continuo e più grave e lo si avverte anche a riposo, e i farmaci iniziano a non fare più effetto.

I pazienti più a rischio di sviluppare una lesione della cuffia dei rotatori da usura sono i lavoratori manuali o gli sportivi dai 40 anni in su, mentre nelle persone più giovani è più facilmente dovuta ad un trauma o determinata da un sovraccarico negli atleti overhead: giocatori di baseball, tennis pallavolo ecc.

Diagnosi

La diagnosi si basa sulla raccolta dei sintomi, della storia clinica e sulla visita specialistica. Gli esami di imaging più utili sono, oltre ad una semplice radiografia della spalla in anteroposteriore e con proiezione ascellare, una risonanza magnetica o, in alternativa, una TAC con mezzo di contrasto intrarticolare.

L’ecografia risulta invece più utile a posteriori per monitorare l’efficacia del trattamento.

rottura cuffia rotatori      cuffia rotatori Vincenzo Guarrella

Trattamento

L’obiettivo di qualsiasi trattamento è di ridurre il dolore e di ripristinare la funzione della vostra spalla. Non esiste un trattamento ideale identico per tutti, la terapia corretta deve essere scelta in base alle esigenze e caratteristiche di ogni singolo paziente.

Trattamento conservativo (non chirurgico)

In un primo momento, quando la lesione non è ancora di grosse dimensioni e la lesione non riguarda tendini importanti, si può propendere per un atteggiamento conservativo. E non operare!

In questo caso sarà il paziente a doversi adattare ad una spalla mal funzionante, bisogna quindi cercare di evitare gli sforzi, modificare le proprie attività, fare uno stretching specifico e controllare il dolore con ghiaccio, farmaci o infiltrazioni.

Anche se normalmente le lesioni non possono guarire da sole, spesso si può raggiungere una funzione soddisfacente senza un intervento chirurgico. Tuttavia se siete attivi e utilizzate il braccio per lavori pesanti o per lo sport, allora la chirurgia spesso è consigliata in quanto molte lesioni non guariscono senza intervento chirurgico.

Trattamento chirurgico

Il trattamento chirurgico precoce può prevenire il peggioramento dei sintomi e farti tornare alla normale attività quotidiana più velocemente. E’ tuttavia fondamentale che la spalla abbia una completa articolarità prima di operare, per evitare la rigidità post operatoria.

In passato la cuffia veniva riparata con tecniche chirurgiche open o mini-open, al giorno d’oggi nei centri specializzati in chirurgica della spalla si preferisce la riparazione in artroscopia che permette di ridurre dolore, sanguinamento, gonfiore post-operatorio e velocizzare il recupero, minimizzando le incisioni cutanee ed evitando la dissezione dei tessuti molli.

Durante l’artroscopia, che dura mediamente 45 minuti,  il chirurgo guardando attraverso una piccola telecamera ripara il tendine strappato direttamente sull’osso utilizzando ”ancorette” e strumenti chirurgici inseribili attraverso piccole incisioni (tagli) di circa 1 cm. Se necessario normalmente oltre alla riparazione dei tendini nello stesso intervento si esegue anche una minima “acromionplastica” in caso di conflitto (impingement) e si tratta il capo lungo del bicipite, quasi sempre danneggiato, con tenotomia o tenodesi.

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Rotture massive e vecchie possono a volte essere solo parzialmente riparabili (riparazioni funzionali) o irreparabili. In quest’ultimo caso può essere necessario intervenire con un impianto di protesi inversa.

 

Anestesia

Prima dell’intervento, in base alle condizioni generali ed alle caratteristiche del paziente, si concorderà l’anestesia in presenza dell’anestesista.

Quando possibile, questi interventi vengono eseguiti con una anestesia loco-regionale (blocco interscalenico del plesso ascellare) per evitare il dolore nelle prime ore dopo l’intervento in aggiunta ad una anestesia generale per evitare il dolore durante l’operazione.

Riabilitazione

L’intervento può essere eseguito sia in regime di day-hospital che con il ricovero di una notte, con il Sistema Sanitario Nazionale o privatamente.

La riabilitazione ha un ruolo fondamentale nella guarigione e nel consentirvi di tornare alle vostre attività quotidiane. Per evitare il fallimento dell’operazione dovrà essere fatta con dedizione e normalmente sono necessari almeno 6 mesi di riabilitazione dopo l’intervento chirurgico.

Nel post operatorio sono previste visite mediche specialistiche di controllo per assicurarsi che il decorso sia regolare e per autorizzare la fase successiva di riabilitazione.

I punti di sutura andranno rimossi (se non riassorbibili) a circa 10 giorni dall’operazione. Per evitare movimenti pericolosi della spalla il braccio dovrà essere posizionato per le prime 4-6 settimane in un tutore particolare (a 15° di abduzione). Durante questo periodo sono permessi solo movimenti specifici per evitare le rigidita’ articolari che saranno illustrati al momento della dimissione. Dopo di che inizierà un programma riabilitativo vero e proprio finalizzato al recupero dell’articolarità passiva e, solo successivamente, anche attiva.

Un recupero completo richiederà diversi mesi. Molti pazienti raggiungono un buon risultato a 5-6 mesi dopo l’intervento chirurgico. Anche se si tratta di un processo lento, il vostro impegno per la riabilitazione è la chiave per un esito positivo.